giovedì 8 gennaio 2015

Edo - il fascino delle briglie

... un lungo fascio di briglie 
che accompagna l'attenzione 
dal cavo alla tela...

EDO SERENITA' - Particolare capocorda con regolazioni
EDO SERENITA' - "pettine" per districare le numerose briglie
EDO SERENITA' - 34 metri di briglie
EDO SERENITA' finalmente nel cielo

lunedì 13 ottobre 2014

Le 7 divinità della Fortuna

SHICHIFUKUJIN  (福神
Secondo la traduzione giapponese, l'ultimo giorno dell'anno giunge una nave carica di doni e fortuna condotta dalle sette divinità della Fortuna. 
Sono divinità che provengono da differenti culti religiosi (dal Buddishmo, al Toaismo.. dall'Induismo allo Shintoismo) ma che ormai si sono radicate nel capodanno giapponese.
Nell'attesa dell'arrivo di questa barca, le divinità della Fortuna vengono rappresentate su qualsiasi tipo di oggetto o merce. I bimbi sono soliti mettere le immagini degli Shichifukujin sotto il cuscino della notte di capodanno con la speranza di ricevere la loro fortuna.


BISHAMONTEN: Solitamente rappresentato con sguardo severo, rappresenta invece la buona fortuna, la salute e la felicità. Rappresentato con una possente armatura



JUROJIN: è venerato come dio della saggezza e della longevità. Rappresentato da un anziano calvo ma con una lunga barba bianca, con bastone e ventaglio.




DIAKOKU: dio della salute e del buon raccolto. Porta dunque una sacca colma di riso e un mantello nella mano destra




EBISU: rappresenta come dio della fortuna e della pesca in mare. Porta sotto il braccio una grossa carpa e una lenza




HOTEI: dio della felicità e della contentezza, porta con sé una sacca di tesori





FUKUROKUJU: rappresenta felicità, salute, ricchezza e lunga vita. Raffigurato come un vecchio dalla testa allungata, solitamente appoggiato ad una canna alla quale è legato un rotolo



BENZAITEN: l'unica divinità femminile del gruppo è la dea e signora della musica, delle arti e della raggezza. Raffigurata mentre suona il biwa (liuto)
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- VELA: carta washi giapponese ( 290 mm x 290 mm )
- STECCA VETICALE (A): bamboo da1.00 mm (spessore),  2.50 mm (larghezza) , 310 mm (lunghezza)
- STECCA ORIZZONTALE (B): bamboo da 1.50 (spessore), 2.50 mm (larghezza) , 305 mm (lunghezza)
- STECCA DIAGONALE (C): bamboo da 0.80 (spessore), 2.50 mm (larghezza), 430 mm (lunghezza)

La parte tratteggiata va ripiegata sulla stecca orizzontale e fissata con della colla.
Le stecche devono essere fissare con dell'adesivo alla vela.

BRIGLIA: I punti di briglia sono D ed F. 
Il punto E rappresenta il centro della briglia.
DE= 100 mm ; DF= 220 mm
Alla stecca superiore deve essere arcuata con un tirante da G ad H

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se costruirai questo aquilone, inviaci le foto tramite mail, o postale sulla nostra pagina FB  e le pubblicheremo nel nostro album!
Buona costruzione 

fonti:
http://sakuramagazine.com/kami-giapponesi-shichifukujin-i-sette-dei-della-fortuna/
http://www.asahi-net.or.jp/~ea8a-tkkw/sevengods.html

sabato 30 agosto 2014

Storia del "Tako" in Giappone


Storia
La tradizione vuole che gli aquiloni furono importati nel Periodo Nara (647-794 dC) in Giappone da missionari Buddisti, navigatori ed esploratori provenienti dalla Cina. Il loro principale utilizzo era religioso, usati durante le cerimonie; i Giapponesi si discostarono subito dalla tradizione cinese dipingendo.


Un dizionario giapponese del 987 AD riporta per la prima volta la parola utilizzata per indicare gli aquiloni come"Kami Tobi" = ala di falco, suggerendo quindi che i primi aquiloni della tradizione giapponese dovevano essere a forma di volatile, oppure di animali (pesce, insetti ecc..) protagonisti di fiabe e leggende.

Aquiloni con forme più geometriche furono utilizzati immediatamente per scopi "pratici", come ad esempio nella costruzione di templi e santuari con i quali venivano issate pietre e altri materiali costruttivi fin sui tetti dove già si trovavano i costruttori, per la pesca d'altura o riti di semina...

Il primo esempio di sollevamento umano fu quello di un guerrieri del XII secolo, Minamoto-no-Tametomo, esiliato su un'isola insieme al figlio. Rattristato della vita solitaria del figlio costruì un enorme aquilone utilizzato per la fuga verso la terraferma

Ancora, un ladro giapponese utilizzava gli aquiloni per issarsi sul tetto del castello di Nagoya per rubare le scaglie d'oro da un delfino ornamentale. Fu catturato in quanto si vantò della sua audace impresa. Condannato, morì arso nell'olio.

Fu nel periodo Edo 1603 - 1867, quando il Giappone era isolato dagli stranieri che sono stati sviluppati gli aquiloni tradizionali che conosciamo oggi. Oltre 130 tipologie di aquiloni ognuna legata ad una religione. Sono normalmente decorati con personaggi del folklore giapponese, della mitologia, o riferenti aspetti religiosi o simbolici.

Gli aquiloni giapponesi sono dipinti con colori naturali molto luminosi e bordati con sumi (inchiostro nero), la tela è in carta washi, prodotta a mano, e steccati con canna di bamboo o cipresso.
La struttura si bamboo viene chiamata "ossatura" mentre la vela considerata una "pelle".


Tako
Tako - aquilone
Il nome che viene utilizzato ora per indicare gli aquiloni giapponesi è "Tako Tokio" (pensato per essere un gioco di parole data la grande abbondanza di aquiloni nella città).
Un'altra parola nel vocabolario giapponese è
"Tako-Kichi" = aquilone pazzo

L'ideogramma per "Tako" è formato da due caratteri                       


"Kaze" = vento
= vestito